E se Merlino fosse…

Merlino finge beatamente di dormire nella sua cuccia.

Il peloso mi segue in ogni stanza, bagno compreso, appena mi alzo dalla sedia. Mi serve il metro e lui dietro. Mi sono scordata le forbici e lui dietro. Devo bere un bicchiere d’acqua e lui dietro (e sono solo due passi). In questi giorni mi piantona h24. Forse sa che sono agitata. Forse sente il mio cuore impazzire sotto questo guscio di muscoli e ossa. Forse sente il profumo di qualche cambiamento nell’aria. O, forse, più semplicemente sente che deve starmi vicino.

Ogni pensiero brutto passa quando lo guardo. Sorrido e mi dico: “Ma perché, amico peloso mio, non sei umano?” Forse, se solo avesse la parola, si aggiungerebbe alla schiera di quelli che, nelle ultime ore, mi stanno dicendo che andrà tutto bene e di star tranquilla. Forse… forse…

Peloso o barattolino (suo nuovo soprannome) aspetta sera prima di scorrazzare avanti e indietro, scivolando sul pavimento fino a schiantarsi contro le porte finestre. Si scatena dieci minuti (di ordinaria follia felina), per abbandonarsi poi sul letto, con la testa sulle mie gambe, osservando i fili scorrere e socchiudendo gli occhi. Mugugna dolcemente per accompagnare la sua discesa tra le braccia di Morfeo. E il suo mugugno, dopo poco, si trasforma in un russare costante, sempre più fievole sino a tramutarsi in un relax totale. Invidiabile.

È possibile nutrire invidia per un amico peloso?

Se solo potesse parlare… forse mi manderebbe anche a quel paese o forse mi direbbe: <<Il mondo là fuori è bellissimo>>.

Sì, il mondo è bellissimo. La differenza la fanno le persone: belli o brutti, buoni o cattivi. E là fuori ci sono tante parole. L’aria è piena di parole; ne è inquinata. Occorrerebbe che si alzasse un bel vento perché levasse pensieri e parole buttate a caso, e magari le riponesse al loro posto. Merlino starebbe sul balcone a osservare curioso. Si piazzerebbe sotto il suo sgabellino e annuserebbe l’aria, un’aria nuova e di cambiamento.

Sì, il mondo è bellissimo e le persone sono capaci di stupirti nel bene e nel male. Nel male ti feriscono. Nel bene ti fanno sorridere.

Merlino apre un occhio. Mi osserva. Esce dalla sua cuccia e gli si pone accanto. La testa sul cuscino. Ora tiene gli occhi in fessura. Mi vede scrivere. Sa che potrei andare avanti per ore. Allora rientra nella cuccia. Si appallottola tenendosi la coda. Continua a far finta di dormire.

Il mondo fuori è bellissimo e lui non aspetta altro di andare sul balcone. E ignora l’aria inquinata di parole; ignora le brutture del mondo. Solo cose belle per lui e per me e per noi. Il resto lo tengo dentro, nel guscio di muscoli e ossa. E prima o poi gli spiegherò che le cose brutte fanno parte della vita, che pure le parole mai dette possono ferire. Ma che non sempre le ferite si vedono. Gli dirò che quando pensi ad un miracolo stai solo vivendo più intensamente. Gli dirò che quando pensi di essere caduto – e ti sei fatto male – hai la possibilità di vedere le cose in un’altra prospettiva e potrai sempre rialzarti. Gli dirò e mi dirò che il mondo è sì bellissimo e che la differenza la fanno il cuore, gli occhi, l’anima, le mani e le parole. Perché le parole sono i mattoni del fare.

E se Merlino fosse addormentato sul serio lo sentirei russare. Ma in realtà finge. Aspetta che mi alzi e vada ad aprire la porta per andare sul balcone. Annuserà l’aria e il mondo per lui sarà bellissimo.

Benben